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Alla scoperta dei commercianti librinesi

domenica 4 novembre 2007, di Cristina Perrotta

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Tutto qui dentro è fatto a mano da me e da mio marito. Nelle bacheche, negli specchi, nelle vetrinette c’è un po’ di noi, della nostra storia e di quella della mia famiglia. Se solo riuscissimo ad avere più lavoro, sarebbe una situazione perfetta: queste le parole con cui la Signora Nella ci accoglie nella Vetreria del marito, Angelo Andò, in Via Zia Lisa n° 45. I suoi occhi grandi e scuri sono sospettosi all’inizio, domanda più volte se c’è da pagare per quest’intervista, per stare sul giornale, perché, ci spiega, “sa com’è signorina, ni venunu tanti ca non si sapi mai ‘cchì fregaturi si pigghiunu”. Ma la voglia di parlare arriva quando la figlia di 9 anni, Maria, insiste: “forza mamma, ca niscemu ‘ndò giurnali!”. Ed eccola qui la storia di una bottega di periferia, chiamata semplicemente “La vetreria”, come testimonia un’insegna che ha perso le lettere negli anni: da 17 anni l’attività è gestita dal Sig.Andò e dalla moglie, che hanno rilevato l’attività dai parenti che la gestivano ancora prima. Una vita dedicata al lavoro, in un quartiere che da offrire ha una buona posizione, di passaggio tra i paesi e Catania, tra la periferia e il centro, e dei buoni vicini, commercianti gentili, che da sempre popolano la Zia Lisa, “tutta gente alla mano, lavoratori” conferma Nella. Però lavoro ce n’è poco, “la gente si lamenta anche se deve pagare 8/10 euro per una bacheca. Fatta a mano! Ormai il lavoro artigianale – afferma sospirando la vetraia - vale meno di niente”. Un attimo di silenzio e poi continua, subito rincuorata: “non voglio dire che ci manca nulla, per carità! Nella mia famiglia siamo in 4 e viviamo bene. Si guadagna il giusto per campare…certo, soldi per fare la bella vita non ce n’è, per mangiare la pizza fuori ad esempio, ma non ci lamentiamo”. Nella e la sua famiglia abitano a Librino e da sempre lavorano alla Zia Lisa. Quando chiedo loro come trovano la situazione a livello di criminalità, Nella risponde di mala voglia, con occhi eloquenti: “Delinquenti, gente brutta…non ne voglio parlare, se ce ne sono in questa zona, sinceramente non m’interessa. Uno che vuole lavorare deve imparare a stare zitto. Meno si parla e meglio è…e già – conclude Nella guardandosi intorno - ho detto troppo”.




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