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Assessore Porto su Consigli di Quartiere: "fondamentali per il territorio"

mercoledì 18 febbraio 2009

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“La vicenda del progetto di recupero della Timpa di Leucatia, che ha ripreso il suo percorso con il recupero del progetto operativo di un milione e mezzo di euro, grazie anche ai lavori della IV commissione urbanistica e l’approvazione da parte del Consiglio comunale, stimola in me una riflessione sul ruolo fondamentale che svolgono nell’economia di un Comune i consigli di quartiere, che in questo caso hanno portato alla ribalta un problema che riguardava l’assetto idrogeologico del territorio. Si è spesso detto, in prossimità delle elezioni, che i consigli di quartiere possono per alcuni rappresentare una “sicurezza” economica per il periodo della legislatura, una sorta di alternativa per chi ha difficoltà a trovare un lavoro in cambio, tutto sommato, di un impegno minimale. Questa naturalmente è soltanto una disamina molto superficiale della situazione. Il lavoro dei consiglieri di quartiere è, invece, fondamentale per la scoperta delle ricchezze del territorio, per conoscerne i problemi, per trovare soluzioni che siano vicine alla gente ed ai loro bisogni. Incarna insomma quello “spirito di servizio” di cui dovrebbe essere impregnato l’agire politico. Le sollecitazioni per le fognature di San Giorgio, l’esigenza del completamento dell’asse attrezzato, l’ aspirazione ad avere un waterfront nella prima municipalità che rivaleggi in bellezza con quelli di città famose che posseggono strutture simili o la denuncia di una discarica abusiva come quella della zona del faro Biscari sono tutte istanze che nascono dal basso, dal territorio. E il veicolo di queste istanze non può che essere il consigliere di quartiere che vive da “dentro”la realtà della sua zona. Non è casuale, e non sempre ciò che è passato è negativo, che le vecchie scuole partitiche formassero i propri quadri facendoli partire dal basso, dalle problematiche che conoscevano perché essi stessi cittadini di un quartiere. Una serie riflessione si impone, dunque, quando si parla di allargare l’ambito territoriale per diminuire il numero delle circoscrizioni. A mio parere si creerebbe soltanto una sorta di doppione del consiglio comunale dove la peculiarità specifica data dall’ambito circoscritto del territorio si perderebbe. Sarebbe forse il caso, invece, di lasciare gli stessi ambiti territoriali ma diminuire i consiglieri per ciascun quartiere. Riformare l’impegno della rappresentanza nel quartiere con l’elezione diretta del presidente della circoscrizione. Motivando tutta la rappresentanza politica con un effettivo decentramento,così come previsto da una legge regionale che attribuisce alle circoscrizioni competenza in materia di servizi demografici, solidarietà sociale, servizi scolastici, sportivi e ricreativi, decentramento su cui si è espresso in questi giorni anche il Consiglio comunale in seguito ad una mozione. Dando anche la possibilità di operare in maniera consortile con altri quartieri con problematiche e bisogni assimilabili. Questi “ portavoce della gente” avranno inoltre un ruolo imprescindibile nel momento della stesura soprattutto del piano regolatore, uno strumento che tutta la città aspetta e nella quale tutti i cittadini potrebbero intervenire proprio attraverso i loro consiglieri di quartiere, portatori, come ho mutuato dalla mia esperienza al servizio della comunità, di interessi della città”.




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