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Bambino sbranato, il luogo dell’omicidio possibile ricovero per cani da combattimento

mercoledì 22 luglio 2009

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Non sarebbe stata la femmina di Dogo Argentino a sbranare il piccolo Giuseppe Azzarelli, ma un cane di taglia piu’ grossa, non presente tra quelli trovati dai Carabinieri all’interno del fondo. A questa prima possibile conclusione sarebbero giunti i Militari che stanno indagando sulla morte del bambino, dopo gli esiti dell’esame esterno effettuato sul corpo della vittima da parte del medico legale, disposto dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Catania, D.ssa Santocono, che sta seguendo il caso.

Gli inquirenti durante il sopralluogo, hanno trovato nel fondo agricolo 5 cani, tre incatenati e 2 liberi. Quattro di questi sarebbero meticci, ed un doberman. Quest’ultimo, in particolare, era in possesso di regolare microchip la cui lettura ha permesso ai veterinari dell’A.S.L. che collaborano con i Carabinieri a risalire al legittimo proprietario, e apprendere come questi ne avesse denunciato il furto da oltre un mese.

Non si esclude che il fondo della tragedia, ubicato in un quartiere popolare di Acireale, per la sua posizione e caratteristiche, possa essere stato utilizzato come luogo di custodia di cani da combattimento, di cui qualcuno allontanato sbrigativamente da qualche malintenzionato subito dopo la tragedia, e prima dell’arrivo dei Carabinieri.

Il ritrovamento di alcune cucce di fattura artigianale, recintate da alcune reti metalliche collocate nel fondo, avvalorerebbero tale ipotesi.

Il bambino si sarebbe avvicinato ai cani per giocarci o fargli mangiare qualcosa.

Secondo le prime informali testimonianze raccolte dai Carabinieri non sarebbe stata la prima volta che Giuseppe si avvicinava ai cani, cosi’ come altri ragazzini del quartiere, ma l’ultima volta è stata fatale.




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