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Borgo Librino antico: a rischio il diritto all’istruzione

lunedì 17 novembre 2008, di Giovanni Giuffrida

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Gli abitanti del borgo Librino antico, ormai da parecchi anni, hanno a disposizione per l’educazione dei loro bambini una scuola in via della Dalia, succursale dell’istituto comprensivo “V. Brancati” che si trova al confine tra Librino ed il Villaggio San’Agata. La scuola è costituita da due edifici: il primo, di recente costruzione, è in cemento armato; il secondo invece, che si trova nel lato Est, risale al 1956 ed è in muratura.
La struttura ospitava, fino all’anno scorso, 9 classi tra materne ed elementari ma all’interno non sono presenti ne la palestra ne un aula informatica tanto che gli alunni erano costretti, per ovviare a ciò, a delle “gite” in pulmino verso il plesso centrale.
Inoltre, da circa tre anni, si segnalava la comparsa di crepe e distacco di calcinacci, danni che il comune aveva provveduto a risanare con opere di manutenzione ordinaria e non strutturale. A luglio di quest’anno però la situazione è peggiorata infatti, l’ala situata a nord-Est, ha subito danni ingenti.

I genitori dei bambini che frequentano il plesso hanno allora cominciato una protesta con sit-in d’avanti alla scuola di via della Dalia, nel plesso centrale di Stradale San Teodoro ed infine al duomo, accompagnati in questa loro battaglia dal consigliere di quartiere Salvo Cannizzo che ha seguito da vicino l’evolversi di tutta la storia. Contemporaneamente il dirigente scolastico dell’I.C. “V. Brancati”, Dott. Vascone, ha richiesto una perizia ai tecnici del comune, i quali, ad Ottobre 2008 hanno certificato che l’edificio è stato realizzato su terreno di riporto e che la causa del dissesto è da imputare al cattivo sistema di smaltimento delle acque che hanno finito per erodere parte del terreno di fondazione. L’intera ala nord quindi, sempre secondo la perizia, presenta un grado di pericolosità tale da sconsigliarne l’utilizzo.

In conseguenza, si è dovuto provvedere al trasferimento delle classi che occupavano l’ala nord dell’edificio: dal 4 Novembre 2008, quindi, 6 classi (3a-4a-5a elementare) hanno trovato sistemazione nel plesso centrale nello Stradale San Teodoro. A tutt’oggi però, data di stampa del giornale, l’arredo della scuola non è ancora stato trasferito ed i bambini sono costretti a seguire le lezioni sui banchi della mensa: si attende infatti l’autorizzazione alla ditta che si occupa del trasferimento del mobilio da parte dell’assessorato competente. Come è ben comprensibile, il trasferimento delle classi ha causato notevoli problemi per quelle famiglie che, sprovviste di macchina, sono costrette a piedi ad andare a prendere i propri figli al plesso centrale in Stradale San Teodoro. Per non parlare poi di quei genitori che hanno i figli in due plessi diversi e che devono essere in due posti contemporaneamente, visto che gli orari di ingresso e uscita coincidono.
Anche per questo motivo, il preside Vascone è intervenuto per richiedere a breve l’utilizzo di un pulmino.

La rabbia dei genitori si fa ancora più forte quando, accanto a questi problemi, si aggiunge l’insofferenza nel vedere, 200 metri più su, in Viale San Teodoro, una scuola già completa, compresa di arredi, palestra e tutto l’occorrente per poter far studiare al meglio i propri figli, ma ancora chiusa per questioni burocratiche.
La struttura in questione infatti non ha ancora ricevuto i certificati di idoneità per la sua apertura e la stessa non risulta ancora assegnata a nessun istituto della zona.
Attendiamo nuovi aggiornamenti ma soprattutto risposte concrete ai bisogni di questi bambini e alle richieste delle loro famiglie che chiedono soltanto quello che è nel loro diritto: poter apprendere in serenità ed in un ambiente sicuro.
Giovanni Giuffrida




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