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CGIL: Catania è la città più precaria d’Italia

Più di tremila precari senza lavoro entro pochi mesi

martedì 25 novembre 2008

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“Catania è la città più precaria d’Italia”. Lo tsunami sociale che si sta abbattendo sul Paese annunciato dalla Cgil che parla di 400 mila precari senza lavoro entro Natale, avrà i suoi effetti anche a Catania con 3140 precari che nel giro di qualche mese non si vedranno confermati i loro contratti a cui bisogna aggiungere i 3000 precari del mondo della scuola. Il fenomeno, dunque, riguarda “soprattutto” Catania che secondo il sindacato è forse la realtà cittadina che più di tante altre sta facendo i conti con un precariato destinato non solo rimanere tale ma addirittura a degenerare in licenziamenti o mancato rinnovo dei contratti.

Stamattina, nel saloncino della Cgil di via Crociferi, carte alla mano, sono stati comunicati i numeri che confermano, dal basso, quelli che il sindacato ha comunicato su scala nazionale. A leggerli è toccato a Massimo Malerba, responsabile del Nidil Cgil, la struttura sindacale che si occupa della rappresentanza dei lavoratori atipici. Accanto a lui c’erano il segretario confederale Angelo Villari e il responsabile del Dipartimento Mercato del lavoro Gabriele Centineo.

Ma ecco i numeri dei lavoratori precari esposti al rischio di non rinnovo o di recesso anticipato dei contratti nella provincia di Catania tra la fine del 2008 e il primo semestre del 2009:

Call center (1.100), Università- personale tecnico amministrativo (500), Università- ricerca (400), Commercio- grande distribuzione (700), Industria (250), Turismo- ristorazione (150), Trasporti (40). I dati sono riferiti a lavoratori a progetto, collaboratori coordinati e continuativi e lavoratori in somministrazione. A Catania va aggiunto il dato relativo al personale precario della scuola, circa 3000 in tutta la provincia.

“Una soluzione immediata? Quella di garantire ammortizzatori sociali anche ai precari – spiega Massimo Malerba- non a caso mercoledì 26, sciopereranno i venticinque lavoratori della Eurocall di Motta S. Anastasia, un call center, e nella stessa giornata si terrà un’assemblea pubblica nell’aula studio di Scienze politiche insieme agli studenti universitari per parlare di precariato a tutti i livelli in vista dello sciopero generale del 12 dicembre”. Per Angelo Villari siamo di fronte “ad un allarme grave che la Cgil lancia, e bisogna che il governo nazionale lo raccolga e attivi subito una soluzione per alleviare il disagio. Crediamo davvero che Catania sia la città più precaria, e crediamo purtroppo che il rischio si farà più alto dal 2009 in poi”. C’è poi il “rischio valanga” che il sindacato teme a medio termine. Cosa fare? Villari sottolinea che necessitano misure di ammortizzatori sociali anche per i precari e che il governo nazionale deve ripristinare quelle norme del governo precedente che miravano ad ottenere alcune garanzie certe per i precari ed evitare la “non rinnovabilità” dei contratti a tempo determinato per il pubblico impiego.

All’incontro di stamattina erano presenti anche tre lavoratori precari provenienti dal mondo dei call center e della scuola che hanno testimoniato le loro vite lavorative difficili e senza garanzie, nemmeno per il futuro prossimo.

Gabriele Centineo ha messo in guardia anche su una realtà che vanifica gli sforzi di chi opera nella legalità: “La fascia del lavoro nero si allarga e così non vengono colpite solo le fasce deboli ma anche il cuore del sistema. Bisogna lavorare su più fronti, e insieme, per salvarci tutti ”.




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