venerdì 13 febbraio 2009
Vota quest'articoloLettera aperta al Sig. Sindaco
Lo scrivente è uno dei tanti cittadini che quotidianamente segue gli eventi politici della città e si dichiara personalmente amareggiato del comportamento di chi gestisce la cosa pubblica.
Si sbandiera ai quattro venti che il bilancio del comune dovrà essere risanato con interventi oculati al fine di evitare lo sperpero, e nel frattempo, si trova il modo su come spendere in modo distorto il denaro da destinare ai politici della città.
Mi riferisco a quelle commissioni comunali dove ogni componente, pur di raggiungere la cifra a lui congeniale, riesce ad essere presente, anche con l’ordine del giorno di scarsa entità ad impatto cittadino, ad un numero di circa 39 sedute e per quanto riguarda i quartieri di circa 27 presenze, (nelle quali si discute di argomenti che fanno perdere “tempo del tempo” che poteva essere impegnato al meglio).
Se si moltiplica il gettone di presenza per gli “aventi diritto” si ottiene una cifra non indifferente che altrimenti si sarebbe potuta destinare ad i problemi che giornalmente si mostrano agli occhi dei cittadini: buche nelle strade, illuminazione scadente, mancato pagamento degli operai delle cooperative che lavorano per i servizi del comune, i quali sono costretti, periodicamente a scioperare per quanto loro tocca di diritto.
A mio modesto avviso, è necessario un controllo nella spesa politica al fine di evitare che la gente continui a vivere in questo scempio cittadino e soprattutto tentare di evitare che la gente che lavora nelle cooperative debba necessariamente indebitarsi, per il lungo ritardo sui pagamenti, ed essere costretta, assieme ai loro famigliari a “stringere la cinghia per sbarcare il lumario”.
Il Sig. Sindaco, Voglia prendere atto di questo mio sfogo ed usarlo come sferzata che lo induca a riflettere, non si può penalizzare una moltitudine di persone al solo vantaggio di pochi che io ritengo politici che hanno investito su tale carriera per il proprio arricchimento che sono stati votati per il bene della città.
Il lavoro di chi gestisce la cosa pubblica deve essere abbinato al termine cui si deve una volta a tali personaggi “ ONOREVOLE ” la carica di chi riesce a raggiungere, dal piccolo Consigliere di Municipalità, al Sig. Presidente della Repubblica, passando dai personaggi intermedi, se si vuole risanare il bilancio, dal piccolo paese all’intera Nazione si deve tornare in dietro di circa 50 anni quando, come detto prima, tali cariche avevano il carattere onorifico e non si pensava lontanamente che queste dovessero diventare pane per investimenti, più o meno autorevoli della politica.
Santo La Rosa