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E se Villa Fazio venisse definitivamente demolita?

martedì 6 ottobre 2009, di Massimiliano Nicosia

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I lettori della Periferica sanno quanta attenzione abbia dedicato il nostro giornale alla triste storia di Villa Fazio.
Fin dai primi numeri di questo mensile abbiamo cercato di raccontare quella che, a nostro giudizio, è una vicenda emblematica di questa parte della periferia catanese spesso marchiata da stampa e politica catanese come “incivile”, attirandoci per questo anche le ire di piccoli o grandi potentati locali.
Villa Fazio ha un valore fortemente simbolico per diverse ragioni.

1. Innanzi tutto è una delle prime opere del quartiere riqualificate. Insieme ad altre opere significative quali il Palanitta e piazza dell’Elefante, segnava un particolare periodo di attenzione verso la periferia dell’allora Giunta guidata da Enzo Bianco.

2. Il giorno della sua inaugurazione come struttura sportiva, avvenuta nel 1996, ha visto come padrino speciale l’allora Ministro dell’Interno Giorgio Napolitano. Una presenza significativa della volontà dello Stato di affermarsi in un quartiere troppo spesso dimenticato dalle istituzioni.

3. Villa Fazio è stata, insieme al Palanitta, una delle poche strutture a Librino inaugurata e messa in funzione davvero, salvo poi essere abbandonata al degrado sotto la Giunta Scapagnini. Per qualche tempo la struttura, cogestita da associazioni locali diventò luogo di incontro dei giovani del quartiere dimostrando che ogni qual volta le istituzioni scommettono davvero nel quartiere la risposta dai residenti arriva.

Oggi la struttura è del tutto inutilizzata da almeno 5 anni e negli ultimi è ormai preda degli sciacalli di turno che l’hanno gradualmente ma inesorabilmente devastata.

Quei campi e quelle mura che anni fa hanno visto e sentito sciami di bambini e ragazzi felici correre sudati dietro a un pallone e alla speranza di un futuro degno e vivibile, quel luogo dove allenatori ed educatori hanno insegnato il rispetto delle regole, a partire da quelle sportive, e la cura di un bene comune del quale tutti possono godere, quell’antica masseria dove genitori hanno immaginato un quartiere a misura dei loro figli, oggi sono solo uno sbiadito ricordo sostituito dalla violenza del degrado e dell’abbandono.

Oggi quella presenza di 13 anni fa dell’allora Ministro dell’Interno e attuale Presidente della Repubblica simboleggia ancora più fortemente rispetto all’allora presenza dello Stato la rinuncia delle Istituzioni a promuovere quei principi di dignità e uguaglianza sociale sanciti dall’articolo 3 della nostra Costituzione.
E allora lo Stato riconosca definitivamente di aver perso in questo quartiere, ceda le armi e demolisca Villa Fazio e le speranze di Librino.

P.S. Da questo mese sono passati due anni da quando abbiamo cominciato a raccontare questa periferia. Speriamo di riuscire a farlo ancora per lungo tempo.




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