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In ricordo della Strage di Capaci

il 23 Maggio a piazza Verga l’associazione Cittàinsieme ha ricordato le vittime della mafia

giovedì 28 maggio 2009, di Mirko Viola

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Suoni, immagini, musiche e parole. Sono stati questi gli ingredienti che sabato 23 maggio CittàInsieme ha messo insieme per accogliere, davanti alla scalinata del Palazzo di Giustizia di Catania, circa 400 cittadini venuti per ricordare Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutte le vittime della mafia.

Come ogni anno infatti, in occasione della strage di Capaci, l’associazione CittàInsieme (nata nella città etnea nel lontano 1987 con lo scopo di difendere i diritti dei cittadini e testimoniare l’impegno sociale, civile e antimafia) organizza un momento di incontro e di raccoglimento per non dimenticare i nomi di chi ha sacrificato la propria vita per il bene di tutti, per difendere valori imprescindibili per la civile convivenza come la legalità ed il rispetto delle regole. Per non perdere, come disse una volta il giudice Gherardo Colombo, il “vizio della memoria”.

Ai giorni nostri l’uso di quest’ultima viene ricondotto ad un mero capriccio, come se fosse un impegno assunto da chi volendo fuggire dall’attuale contesto socio-politico si ostina a far rivivere l’impegno di personaggi entrati nella lista dei possibili temi pensati per la maturità.

Avere il “vizio” significherebbe non perdere l’abitudine a mantenere sempre viva la memoria e la consapevolezza dei fatti che hanno tracciato la strada dell’impegno civile.

«Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo», scrisse un noto filosofo spagnolo, George Santayana.

E di errori, nella storia degli uomini, ce ne sono stati fin troppi, come è emerso, del resto, dai contenuti della stessa commemorazione del 23 maggio. L’incontro ha avuto ben poco in comune con l’idea di commemorazione che di solito si ha: essa sicuramente non è stata un momento fatto di solennità, di cariche ed autorità in prima fila dediti a scoprire lapidi o rimboccare nastri. In prima fila c’erano persone comuni, tanti giovani e giovanissimi, con i loro sogni e le loro speranze e, soprattutto, con la voglia di conoscere e di imparare a ricordare.

L’ingrediente aggiuntivo di quest’anno è stata la partecipazione attiva di altre realtà oltre quella di CittàInsieme: I Giovani di CittàInsieme, i ragazzi di alcune parrocchie catanesi, i ragazzi di AddioPizzo, l’associazione Libera (Nomi e Numeri contro le mafie) diretta da Don Luigi Ciotti, le associazioni antiestorsione Asaae e Asaec, ma anche Greenpeace, il WWF Catania e, soprattutto, i ragazzi della Scuola Media “Cavour” che con il loro musical ed il loro entusiasmo hanno dimostrato come sia possibile cambiare il destino degli uomini, imparare dagli errori del passato, costruire un nuovo corso della storia umana nel segno della solidarietà, del sostegno reciproco, dell’impegno civile e sociale, del rispetto delle regole, della tolleranza, della partecipazione (come diceva Giorgio Gaber nella nota canzone che i ragazzi di CittàInsieme hanno interpretato al termine della commemorazione). Perché, in fondo, «la storia siamo noi», la storia in realtà non la fanno i vari potenti di turno, spesso tentennanti sulle risposte da dare alle aspettative dei cittadini, ma la gente comune come noi, con l’impegno e la dedizione che mettiamo ogni giorno nella nostra vita.




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