Settimanale di informazione sulla periferia di Catania
Librino Pigno San Giorgio Villaggio Sant'Agata Zia Lisa ...e dintorni
cronaca quartieri archivio la città dalla stampa libera avvisi&annunci lavori in corso chi siamo collegati collabora pubblicità

Incontri letterari ai piedi del palazzo di cemento

venerdì 4 gennaio 2008, di Giulio Traversi

Vota quest'articolo
voti:1

  • Digg
  • Del.icio.us
  • Facebook
  • Google
  • Technorati
  • Live
  • Scoopeo
  • Wikio
  • Furl
  • Blogmarks
  • Reddit
  • Mister wong

Forse il luogo più adatto per raccontare la contemporaneità è quello che si propone come immagine del reale: uno spazio non stratificato dalle acquisizioni storiche, né modificato da ampie opere di ristrutturazione, privo di costruzioni culturali o frutto di un compromesso critico e interpretativo. Il luogo che esiste indipendentemente da chi lo osserva, è lo spazio più idoneo in cui fare letteratura e costruire opinione. Esso può suscitare pensieri e sentimenti veri, come vera è stata la paura di chi, pure essendo un affezionato del Certame letterario, ha disatteso all’appuntamento per timore.
Il Circolo degli Scrittori Iulio Riveras ha proposto il Certamen letterario di Etempodiscrivere (www.etempodiscrivere.wordpress.com) presso il nuovo centro d’aggregazione aperto recentemente dalla Caritas Diocesana a Librino, “Talità Kum”, ubicato proprio ai piedi del palazzo di Cemento. L’iniziativa, che da due anni è la prima ed unica nel genere a Catania e nella Sicilia orientale, riunisce giovani autori di racconti mettendoli a confronto secondo la formula del Certamen. I racconti vengono letti pubblicamente, e il pubblico infine decreta il vincitore. Gli autori sono giovani scrittori o appassionati di scrittura, qualcuno ha già delle pubblicazioni alle spalle, altri nascondono numerosi racconti dentro il cassetto. Ma Etempodiscrivere non ha come obiettivo unico quello di mappare le risorse e le potenzialità letterarie della nostra provincia; ma l’obiettivo principale è quello di creare un momento di scambio e confronto di idee e opinioni, letterarie e non solo.
L’incontro del 30 dicembre ha avuto come tema “la Periferia”. I racconti sono stati scritti da Francesco Gianino, Angelo Spanò, Stefania Nibbi e Gabriele Montemagno, mentre Guido Pistorio è stato autore di due poesie che hanno introdotto il tema della serata. La lettura pubblica è stata affidata alla brava attrice teatrale Elena Ragaglia. Le storie parlavano di degrado, di bellezza, amore, abusivismo, di speranza e di pregiudizio. E ascoltare quelle storie ai piedi del luogo certamente più difficile e degradato di Librino, ha aggiunto ancora più significato all’incontro. Noi letterati usiamo la scrittura per scavare oltre l’immagine, per raccordare il tempo, ritrovare linee di senso occultate dall’indifferenza o dall’abitudine. La periferia è il luogo in cui così platealmente la bellezza s’alterna col deterioramento e la bruttura. Molti luoghi incutono timore, perché platealmente al limite con la legalità. Come tutte le periferie delle grandi città, Librino è luogo amato e odiato, ricercato e allontanato; e il luogo della sperimentazione, del disagio, del laboratorio civile di idee e fatti. È un cuore politico, una valanga di schede elettorali unidimensionali, una valanga di promesse disattese, un continuo esserci per il futuro. Forse solo un genere letterario potrebbe raccontare questa parte della nostra città, l’anello più lontano ed esterno dal centro cittadino, ed è la fantascienza, per scoprire uno spazio che è a più dimensioni, una stratificazione di umanità ed esperimenti urbanistici avveniristici. Le speranze, i ricordi, le tradizioni sono state rimosse dal loro habitat naturale e impiantate in uno spazio artificiale, in una rete immaginifica di relazioni e spazi, di palazzi e portici, dove la città gioca ancora col proprio futuro.
Il nostro prossimo appuntamento letterario avrà come tema “I bambini” e si svolgerà molto presumibilmente nuovamente a Librino, in questo spazio così reale e concreto che per raccontarlo ci vorrebbe la penna di Philip Dick o di Stanislaw Lem.




I più letti

SetteGiorni