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La Ciala mette a confronto operai agricoli e datori di lavoro

mercoledì 17 dicembre 2008

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Sono trentamila i lavoratori agricoli a Catania e provincia. Un terzo di questi, secondo l’Istat, non sono assunti regolarmente e devono fare i conti con ingaggi casuali e senza garanzie previdenziali. Le aziende agricole, invece, sono circa 100 mila. Stamattina è stata la Ciala, la “Cassa Integrazione Assistenza Lavoratori Agricoli” che mette insieme sindacati e associazioni datoriali (e cioè Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e Cia, Coldiretti e Confagricoltura) ad organizzare un “faccia a faccia” tra i due mondi nella sala dell’Hotel Garden. La formula è nuova: creare il confronto tra operai e datori di lavoro nelle campagne per dare loro la possibilità di confrontarsi sui temi più importanti e fuori dalla contrattazione ufficiale. I temi affrontati? Il rispetto del contratto, le opportunità per chi viene messo in regola e per le imprese che assumono in tutta trasparenza.

Ma non c’è solo la piaga del lavoro nero nel mondo agricolo. Esiste anche una “zona grigia” in cui molti operatori agricoli vengono assunti ma senza che venga loro assegnata una paga come da accordi contrattuali. Un agricoltore dovrebbe essere retribuito circa 65 euro lorde a giornata per un totale di 6 ore e trenta di lavoro: ma in realtà le ore diventano spesso otto e la paga scende a 45 euro.

All’incontro di stamattina era presente anche il segretario generale nazionale della Uila Uil Stefano Mantegazza. Presenti, al tavolo, oltre al presidente Nino Marino (Uila Uil), il vice Giuseppe Amore (Confagricoltura), i componenti Gino Mavica (Flai), Rosaria Leonardi (Fai), Alfio Cosentino (Cia), Giuseppe Maugeri (Coldiretti).

“La Ciala è un ente bilaterale e poggia su una formula a cui crediamo molto – spiega Mantegazza- anche perché consente un confronto tra le due parti che altrimenti non sarebbe possibile. Ci appare come un’occasione importante in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo”. Per Marino “le sei sigle che compongono la Ciala e che oggi si confrontano non rappresentano tutta la realtà agricola. Quella del lavoro nero, infatti, è ancora una pratica molto diffusa nelle campagne. Oggi siamo qui per convincere le due parti che, oltre ad essere eticamente scorretta, la pratica del lavoro fuori dalle regole non produce sviluppo, né passi avanti per l’economia del territorio. E ciò vale sia per le aziende che per i lavoratori”.
Nel corso dell’incontro sono state analizzate le prestazioni che la Ciala assicura ai lavoratori agricoli: tra queste, dieci euro al giorno di integrazione malattia sino ad un massimo di trenta giorni, 300 euro a figlio per l’indennità di parto che spettano al genitore bracciante (o madre, o padre) buoni libro per scuole medie inferiori e superiori (300 euro con distinto, 400 euro con ottimo; 300 euro con voto finale di diploma ottanta, 500 euro con voto finale di diploma cento centesimi). La cassa provinciale è da considerarsi un organismo tecnico costituitosi in applicazione dell’’articolo 58 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti e del Contratto Collettivo Provinciale; la Ciala esiste già da sei anni, ma di recente l’obiettivo è quello di migliorare i servizi e tenere informati i lavoratori sui loro diritti.




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