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Legambiente Catania denuncia alterazione area archeologica

Tra Catania e Battiati avviati lavori di sbancamento sulla collina di Leucatia. L’area è sottoposta a vincolo di interesse pubblico ma la Soprintendenza di Catania avrebbe rilasciato i nulla osta

venerdì 3 luglio 2009

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Al confine tra i Comuni di Catania e Sant’Agata Li Battiati ricade un’area di grande interesse paesaggistico, naturalistico e archeologico. Si tratta della cosiddetta collina di Leucatia, costituita dall’affioramento di colate laviche su un substrato di argille marnose. Nell’area sono presenti sorgenti ove è instaurata una ricca e diversificata flora di acqua dolce e tra la fauna va segnalata la presenza del granchio di fiume (Potamon fluviatile). La parte meridionale dell’area è interessata dalla cosiddetta Timpa di Leucatia, una scarpata ricoperta da un fitto bosco e da vegetazione a macchia mediterranea.

L’edificio a pianta quadrata di età imperiale romana prossimo all’area dei lavori.

Sulla collina di Leucatia sono notevoli anche le presenze storiche e archeologiche come, per quanto riguarda le prime, l’acquedotto dei Benedettini, che portava le acque fino a Catania e, per quanto riguarda le seconde, un edificio a pianta quadrata di età imperiale romana. Nell’area prossima a questo edificio, nella metà degli anni ’90 dello scorso secolo, la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania ha eseguito dei saggi che hanno consentito, tra l’altro, di rinvenire una tomba a cassa di epoca romana (II-III sec. d.C.), una grande quantità di materiale ceramico attribuibile al passaggio dal Tardo Bronzo all’Età del Ferro, frammenti ceramici che si attestano dal Bronzo Medio sino ad epoca greco-arcaica e un muro databile almeno al VI sec. a.C. Una campagna di indagini archeologiche approfondite non è stata mai eseguita, malgrado l’area rivesta un’evidente importanza archeologica.

Particolare che mostra come gli sbancamenti siano realizzati a ridosso del bosco

L’area è sottoposta a vincolo di notevole interesse pubblico con D.A. n. 2679 del 10/08/1991, come modificato dal verbale n. 69 del 17/11/2003 della Commissione provinciale per la tutela delle bellezze naturali e panoramiche di Catania.

Legambiente ha presentato una denuncia alla Magistratura perché in un’area, ricadente nel comune di Catania, prossima al citato edificio di età imperiale romana, sono stati avviati lavori di sbancamento del terreno. Per tali lavori, finalizzati alla realizzazione di fabbricati, la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania – Servizio per i Beni Paesistici, Naturali, Naturalistici e Urbanistici ha rilasciato i nulla osta. Gli sbancamenti realizzati, hanno interessato una vasta area e hanno comportato l’asportazione di terreno per uno spessore, in alcuni punti, di diversi metri. Tali attività, oltre a turbare l’area dal punto di vista ambientale e paesaggistico, hanno manomesso la stratigrafia archeologica dell’area anche in quelle parti dove, in base alle informazioni e conoscenze di questa Associazione, erano stati rinvenuti reperti archeologici. Il Servizio per i Beni Paesistici, Naturali, Naturalistici e Urbanistici della Soprintendenza, rilasciando i suddetti nulla osta, ha quindi ignorato gli studi e le ricerche effettuati da funzionari del Servizio per i Beni Archeologici della stessa Soprintendenza. Sarebbe stato quindi logico e doveroso, non essendo state eseguite campagne di scavo in grado di rilevare la presenza o meno di reperti archeologici di interesse, non rilasciare nulla osta per interventi che, evidentemente, avrebbero alterato irrimediabilmente, come in effetti è avvenuto, la stratigrafia archeologica dell’area, distruggendo eventuali materiali e manufatti archeologici.

In ogni caso i nulla osta rilasciati ignorano la presenza di un’area boscata, definibile tale a tutti gli effetti di legge (L.r. 16/1996 e s.m.i.) che, paradossalmente, la stessa Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania ha indicato come tale nella cartografia, da essa redatta, relativa al censimento delle aree boscate della provincia di Catania. È evidente che anche la concessione edilizia, qualora sia stata rilasciata dal Comune di Catania, è stata rilasciata ignorando la presenza del bosco.

Legambiente ritiene gravissimo che preziose e rare risorse ambientali e archeologiche siano irresponsabilmente ignorate dagli Enti preposti alla loro tutela e distrutte a seguito di provvedimenti emessi verosimilmente in modo illegittimo. Per tali motivi Legambiente ha chiesto alla Magistratura, nella denuncia presentata, di verificare se nei fatti esposti siano ravvisabili estremi di reato nell’operato di tali Enti.

Legambiente chiederà, inoltre, alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania di revocare i nulla osta, al comune di Catania di revocare, nel caso sia stata rilasciata, la concessione edilizia e all’Assessorato ai Beni Culturali e Ambientali Regionale di sottoporre l’area a vincolo archeologico e finanziare campagne di scavi archeologici nelle parti non distrutte.




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