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L’Associazione Terre Forti mette in scena “Le corna del diavolo”

giovedì 12 marzo 2009

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Procedendo nell’azione iniziata con lo spettacolo “Jalofiru avvampanti”, l’Associazione Culturale Terre forti continua il suo percorso nella riproposta di alcuni momenti della nostra tradizione, proponendo lo spettacolo


“Le corna del diavolo”
in scena da venerdì 13 marzo alle 20.30 con repliche sabato 14 sempre alle 20.30 e domenica 15 alle 18.30 alla Sala Magma di via Adua 3, Catania.

L’Associazione si nutre ancora dei ricordi di alcuni suoi componenti che, nella loro formazione, hanno tratto parte cospicua dalla vita rurale del vecchio borgo Librino. E da Librino parte ancora per proporsi come stimolo culturale non solo nel proprio contesto, ma anche dove questo quartiere viene visto quasi esclusivamente come il ricettacolo della “spazzatura” della città e del suo hinterland.

“Terre forti“ era l’antica denominazione della zona dove, da bambini capitava spesso di trovarci attorno ad un braciere, alla luce di un lume a petrolio – non c’era ancora la luce elettrica , né si conoscevano stufe e termosifoni – per “giocare con le miniminagghie, per sentire i racconti di Giufà o di qualche parità morale, dove i Santi erano raccontati assumendo spesso i caratteri del contadino..

Mettendo a frutto queste esperienze, questi ricordi, e aiutandoci con il lavoro svolto in questo campo principalmente da Giuseppe Pitrè e Serafino Amabile Guastella, è stato elaborato uno spettacolo atto a riproporre quelle radici che sono state determinanti per la cultura siciliana e che hanno arricchito profondamente la nostra lingua e tutta la nostra letteratura.

“Le corna del diavolo” sono tutto ciò. Ripercorrono i momenti che, tramite una semplicità spesso disarmante, riuscivano a trasmettere valori che oggi ci appaiono quasi utopistici. Fanno rivivere quella “sapienza” basata sull’inequivocabilità della natura che espressa quasi come in un gioco, denotava, oltre alla salacità contadina, anche la sua arguzia e sagacia,

Anche in questo spettacolo non mancherà il prezioso apporto della chitarra e della voce del cantautore Gregorio Lui. Un artista che abbiamo già conosciuto in diverse occasioni e che, ancora una volta, dimostra la sua bravura nel ripercorrere l’ansia, la dolcezza, la fatica o il divertimento popolare facendo penetrare la sua anima in quella dei caratteri che con la sua arte esprime.




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