Settimanale di informazione sulla periferia di Catania
Librino Pigno San Giorgio Villaggio Sant'Agata Zia Lisa ...e dintorni
cronaca quartieri archivio la città dalla stampa libera avvisi&annunci lavori in corso chi siamo collegati collabora pubblicità

Sicurezza: un diritto da conquistare e difendere

martedì 6 ottobre 2009, di Giovanni Giuffrida

Vota quest'articolo
voti:0

Gli episodi di criminalità degli ultimi mesi avidenziano le difficoltà delle forze dell’ordine a coprire in modo adeguato il territorio. Il completamento di alcuni importanti presidi tuttavia sembra non trovare l’urgenza


  • Digg
  • Del.icio.us
  • Facebook
  • Google
  • Technorati
  • Live
  • Scoopeo
  • Wikio
  • Furl
  • Blogmarks
  • Reddit
  • Mister wong

Librino è un quartiere periferico di Catania e, come tale, purtroppo soffre di quei problemi e “inconvenienti” di sicuro comuni ad altre zone della città, che mettono a rischio il quieto vivere dei suoi abitanti.

A Librino però le rapine in farmacia e gli assalti al tabaccaio rischiano di diventare quasi la normalità, come pure le aggressioni agli autisti dell’AMT; non occorre andare troppo indietro nel tempo in quanto, già negli ultimi mesi, possiamo contarne una decina.

La vignetta

Di fronte a questa crescita degli episodi di illegalità, si assiste al tentativo delle autorità comunali di fronteggiare tutto ciò con l’emanazione di ordinanze contro il bullismo, la prostituzione, il bivacco e l’accattonaggio: queste ultime, pur cercando di porre un freno, denotano la pochezza delle azioni sul territorio, cercando di tamponare il problema alla meno peggio.

Senza forze dell’ordine che pattuglino le strade rendendosi garanti delle regole, l’azione intrapresa risulta monca con benefici alquanto irrisori per la popolazione che, talvolta, nemmeno ne risente.

E’ fin troppo chiaro che non è possibile attendere sempre che il carabiniere in pensione o il poliziotto in licenza metta in fuga o blocchi i rapinatori, come è successo recentemente al tabaccaio a Librino. Occorre una presenza costante e duratura che possa fungere da deterrente per i malintenzionati e da punto di riferimento per le persone oneste, in cui poter riconoscere una faccia amica: non più lo “sbirro” da temere ma la persona in cui riporre la propria fiducia.

Sappiamo che le forze dell’ordine fanno del proprio meglio, impegnandosi al massimo con le esigue risorse a loro disposizioni ma gli amministratori della città non possono continuare a credere che un semplice passaggio sull’auto di servizio o il blitz mensile possa risolvere il problema. Servono risorse e strumenti per poter raggiungere certi risultati.

Egual problema si pone per gli autisti dell’AMT aggrediti e malmenatati nello svolgimento del loro servizio, costretti a lavorare senza alcuna forma di tutela. Il presidente dell’AMT, Roberto Sanfilippo, promette di destinare alle linee più a rischio, come il 555 che collega Librino al resto della città, alcune delle nuove vetture dotate di sistemi di telecamere all’interno nella speranza che questo basti per arginare il problema, anche se i dubbi rimangono.

Il susseguirsi di episodi criminali, rapine, furti, spaccio di droga, aggressioni sta peggiorando ancora di più la già difficile situazione del quartiere. La voglia di sicurezza, la speranza di potere, per una volta, camminare per le strade senza alcuna preoccupazione, rischia di diventare sempre di più soltanto una illusione

Rimane l’urgenza di affrontare e risolvere i problemi legati alla sicurezza di un territorio così vasto e di difficile copertura. Per riportare la legalità ai livelli minimi di una periferia urbana sarà necessario incrementare la presenza attiva delle forze dell’ordine nel quartiere ed accelerare il completamento e la messa in funzione di quelle strutture fondamentali per il controllo del territorio, quali la caserma dei carabinieri a villa Papale e la cittadella della polizia.

In tal senso è doveroso segnalare lo stato di avanzamento dei lavori di quest’ultima opera che risulta inalterato rispetto al loro avvio avvenuto ad inizio anno; ci si chiede quindi se dopo aver già ridotto il progetto che comprendeva, fra l’altro, il trasferimento degli uffici della questura, non ci si trovi davanti all’ennesima incompiuta, a perenne memoria dell’immobilismo delle istituzioni.




I più letti

SetteGiorni