Settimanale di informazione sulla periferia di Catania
Librino Pigno San Giorgio Villaggio Sant'Agata Zia Lisa ...e dintorni
cronaca quartieri archivio la città dalla stampa libera avvisi&annunci lavori in corso chi siamo collegati collabora pubblicità

Terremoto di Messina, un secolo dopo: a Catania un convegno di esperti sul rischio sismico

sabato 17 gennaio 2009

Vota quest'articolo
voti:0

  • Digg
  • Del.icio.us
  • Facebook
  • Google
  • Technorati
  • Live
  • Scoopeo
  • Wikio
  • Furl
  • Blogmarks
  • Reddit
  • Mister wong

Un secolo dopo, Messina porta ancora i segni del terremoto che decimò la comunità al di qua e al di là dello Stretto, sciagura tra le più gravi della storia d’Italia. Segni permanenti non solo nella struttura urbanistica, ma profondamente incisi nella vita socio-economica, così da portare la città portuale a perdere l’invidiabile primato commerciale. Diversamente, il pur rovinoso sisma del 1693 innescò a Catania la rinascita culturale e architettonica barocca che rilanciò definitivamente il capoluogo etneo. Catania, Messina: calamità affini, conseguenze diverse.

Muovendo da queste considerazioni, l’assessore alla Cultura del Comune di Catania, Fabio Fatuzzo, ha promosso il convegno “Il terremoto di Messina del 1908 - Nuova cultura del rischio sismico e ripercussioni socio-economiche”, che ieri ha richiamato un folto uditorio nella sala conferenze del Palazzo della Cultura, come è stato ribattezzato l’ex Monastero di San Placido, oggi sede dell’assessorato. “Una commemorazione non solo storica - ha ribadito Fatuzzo nel suo intervento introduttivo - ma proiettata nel tessuto vivo della società; un’analisi lucida sulle ragioni del mercato e su quelle umanitarie, sul valore della prevenzione e sul ruolo della Protezione Civile”.

La necessità di prevenire e gestire al meglio l’evenienza sismica è stata altresì evidenziata dal Sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, “dovere imprescindibile - ha sottolineato nel suo saluto - di ogni amministrazione chiamata a governare un territorio particolarmente esposto. Non dimentichiamo che furono proprio i catanesi che per primi diedero la loro solidarietà ai messinei”. Né mancano soluzioni efficaci per la consapevole gestione delle problematiche connesse a breve, medio e lungo termine, come hanno evidenziato Giuseppe Dato, preside della Facoltà di Architettura dell’Università di Siracusa, e Luigi Fortuna, preside della Facoltà di Ingegneria dell’ateneo catanese, chiamati a coordinare e condurre le sessioni del convegno.

Aspetti urbanistici antisismici, la classificazione dei grandi terremoti nella Sicilia orientale, la costruzione in zona sismica, la vulnerabilità dei monumenti storici. E su tutto l’importanza di affinare la cultura del rischio sismico, inibendo violazioni e abusi che vanificherebbero le misure consigliate ed adottate, a partire dalla preventiva definizione dei piani regolatori. Queste le tematiche sviluppate nella qualificata rosa degli interventi, affidati ad esperti quali Giuseppe Fera, docente di Urbanistica nell’Università di Reggio Calabria; Raffaele Azzaro, sismologo presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; Salvatore Cocina, responsabile del Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana,;Vito Martelliano in rappresentanza del Cispa; Gesualdo Campo, sovrintendente ai Beni Culturali di Catania.

Fondamentale altresì il prestigioso contributo dell’Università di Catania, con le relazioni di Giuseppe Barone, direttore del Dappsi della Facoltà di Scienze Politiche; Paolo La Greca, vicedirettore del Dipartimento di Architettura ed Urbanistica; Luigi Tortorici, docente di Geologia della Facoltà di Scienze Geologiche; Michele Maugeri, direttore del Dipartimento di Ingegneria civile ed ambientale; Giuseppe Oliveto e Ivo Caliò, entrambi ordinari di Scienza delle Costruzioni nella Facoltà di Ingegneria.




I più letti

SetteGiorni