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Una "Casa della Cultura" al cortile Platamone

venerdì 19 dicembre 2008

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Una "Casa della Cultura", aperta ai catanesi e ai visitatori. Il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli e l’assessore comunale alla Cultura Fabio Fatuzzo hanno presentato il nuovo Palazzo Platamone-ex Convento San Placido, dopo i lavori di riqualificazione funzionale dello storico edificio d’impianto barocco che è stato restaurato con criteri filologici dopo un lungo periodo di degrado e abbandono.

“Un luogo simbolo -ha detto il primo cittadino- che viene restituito alla città e che fa parte di questo nuovo spirito di collaborazione tra Comune e cittadino che stiamo ristabilendo ogni giorno. A Catania -ha detto il sindaco Stancanelli- approfittando anche di queste giornate dedicate agli auguri, sto percependo una voglia di riscatto che lascia ben sperare. Un nuovo patto basato sul rispetto delle regole della convivenza è più che mai necessario per risalire la china e riprendere ad amare questa città”.

La ristrutturazione di palazzo Platamone è stata voluta dal Comune di Catania che ha ritenuto il recupero del grande spazio strategico per lo sviluppo culturale della città inserendolo, nel 2003, nell’ambito dei progetti del PIT 35 ”Catania Città metropolitana”. Nello stesso anno ha partecipato al Bando ACRI – Sviluppo Sud – Distretti culturali, ottenendone il finanziamento alla conclusione dei lavori. Importante il contributo dell’Università di Catania: consulenza storica e ricerca archivistica sono state affidate al prof. Eugenio Magnano di San Lio, della Facoltà di Architettura; indagini diagnostiche su intonaci e danni da umidità al prof. Angelo Salemi del Dipartimento di Patologia dei materiali. Il progetto è stato curato in tutti i suoi aspetti tecnici ed amministrativi dal 1° Servizio della Direzione Cultura, con il coordinamento della dirigente, architetto Gabriella Sardella. Nel ripercorrere le tappe storiche della dell’imponente monumento, l’assessore alla cultura Fabio Fatuzzo ha evidenziato come palazzo Platamone si appresti a diventare “Casa della Cultura, per ospitare oltre agli uffici della Direzione, anche iniziative varie per promuovere l’arte e la cultura tra cui il teatro Stabile che avrà una sua sede permanente all’interno dell’edificio”. Alla presentazione erano presenti anche il vicepresidente della Provincia regionale etnea Nello Catalano, il direttore dello Stabile etneo Giuseppe Dipasquale, il soprintendente ai beni culturali e ambientali Gedo Campo e numerose altre autorità cittadine. L’ex monastero durante queste festività natalizie verrà aperto a quanti vorranno visitarlo e partecipare all’itinerario guidato, che verrà ripetuto più volte durante la giornata, grazie all’iniziativa “Un luogo ritrovato” realizzata dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania e l’Istituto Musicale Vincenzo Bellini, e con la partecipazione dell’attore Fulvio D’Angelo, nome di punta del panorama teatrale.

Ogni tappa prevede, con leggere varianti, una lettura ad hoc dell’attore Fulvio D’Angelo, una presentazione affidata ai funzionari comunali e una parentesi musicale. L’appuntamento è all’ingresso di via Landolina, prima “stazione” con slides illustrative.

Note storiche

Le scosse sismiche del 9 e dell’11 gennaio del 1693 distrussero gran parte del monastero che era stata realizzato già a partire del 400. Venne assegnato un sito più ampio di quello pre-terremoto che solo in parte si sovrapponeva all’aerea preesistente.Alla grandiosa ricostruzione parteciparono alcuni fra i protagonisti della rinascita della città: Alonzo Di Benedetto, gli architetti Giuseppe Palazzotto, Francesco Battaglia, Stefano Ittar e probabilmente Giovanni Battista Vaccarini.

All’interno del settecentesco monumento, si rilevano tracce di una suggestiva stratificazione, come le accennate preesistenze di epoca romana; la loggia di casa Platamone. Con la legge Siccardi e l’applicazione delle leggi eversive, tra il 1864 ed il 1867, le monache dovettero abbandonare il monastero che nel 1909 entrò in possesso del Comune di Catania per essere destinato a sede di uffici finanziari. Nella parziale ricostruzione post bellica – la struttura fu danneggiata durante i bombardamenti del 1943 – venne ricavata la sala di un piccolo teatro; successivamente il fabbricato divenne sede della caserma dei vigili del fuoco, poi della falegnameria comunale, degli uffici destinati alla manutenzione e la corte fu adibita a parcheggio di automezzi della Nettezza Urbana.

A partire dagli anni ‘90, nonostante lo stato di degrado e l’inadeguatezza dei servizi e degli impianti, il chiostro ha ospitato spettacoli estivi all’aperto, e i locali siti al piano terra, i soli ancora agibili dopo il terremoto di S. Lucia del 1991, hanno ospitato mostre temporanee.

Da oggi il Platamone s’appressa a diventare la “Casa della Cultura”: un libro aperto attraverso il quale sarà possibile leggere anche la stratificazione urbanistica e la storia di Catania.

1 Messaggio

  • Una "Casa della Cultura" al cortile Platamone

    8 gennaio 2009 11:41, di Mariella Sudano

    Quando i luoghi si esprimono nella voce del Padrone di casa, vivono di vita propria.
    Questa è stata la raffinata performance dell’attore Fulvio D’Angelo, straordinario conduttore di un percorso di spazi e tempi cari alla memoria.

    Mariella Sudano




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