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Intervista ad Antonio Presti

mercoledì 22 aprile 2009

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Cinquanta bandiere in dono al “Vittorio Emanuele”. Lei non è nuovo a iniziative di questo tipo. Che valore assumono?

“Più che mai in questo momento il mondo ha bisogno di testimonianza di un impegno per un valore di educazione alla solidarietà e alla cittadinanza. I giovani, in modo particolare, devono essere sostenuti, aiutati e nutriti in modo concreto perché hanno un bisogno assoluto di ritrovare il bello che gli è stato negato da una società contemporanea implosa nelle sue emozioni. Si sente la necessità di Bellezza e non intendo soltanto quella esteriore, ma anche e soprattutto quella interiore”.

Questo progetto ha coinvolto migliaia di studenti. Come hanno accolto questa iniziativa?

“Con grande entusiasmo. Per anni e da anni ho avuto modo di incontrare i giovani e i bambini e con crescente convinzione posso dire che, se stimolati adeguatamente, riescono a far uscire fuori un mondo interiore ricco di valore”.

Quale pensa possa essere il messaggio che arriva dal dono di cinquanta tele ad un ospedale?

“L’ospedale è un luogo di sofferenza. Quanti saranno costretti per un motivo o per l’altro a visitarlo avranno modo di trovare una parola di conforto, un momento di gioia e di colore in un luogo non sempre felice. Quella realizzata all’ospedale sarà una mostra permanente allestita grazie all’amore dei giovani di Librino che oggi esprimono un alto senso civico e di responsabilità”.

A cosa si deve il tema della Grande Madre?

“Questo è un tema scelto come valore universale di bellezza e come omaggio ad una società matriarcale qual è quella di Librino e di tutte le periferie del mondo dove sono le donne a portare il peso della famiglia e di una società ammalata nella coscienza. Donne cui va data sacralità”.

Da lei nasce l’idea, ma in tanti hanno creduto e collaborato perché diventasse realtà.

“In effetti sì. Mi preme a questo proposito ringraziare i dirigenti scolastici ma soprattutto le maestre e gli insegnanti in genere che hanno seguito i bambini. E con loro anche le famiglie. Anche quest’anno, inoltre, l’Accademia di Belle Arti ha collaborato mettendo a disposizione il talento degli allievi. Il mio grazie va alla docente Anna Guillot e al direttore sanitario del “Vittorio Emanuele”, Salvatore Paolo Cantaro, con il quale spero di continuare a collaborare sempre in nome e per conto della Bellezza”.




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