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Zona Franca Urbana, si riparte da Prodi?

Tornano gli incentivi, corretto il milleproroghe al Senato

martedì 16 febbraio 2010, di Massimiliano Nicosia

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Sopprimere il comma 4. Con questa breve e misteriora frase, come per incanto, le zone franche urbane escono dall’incubo di questi mesi che le aveva viste cancellate e fanno un salto indietro nel tempo tornando al loro impianto originale, quello predisposto dalla finanziaria Prodi dell’anno 2007. A pronunciare per primi la fatidica frase sono stati ben 38 senatori fra maggioranza e opposizione (tra questi i senatori catanesi Stancanelli e Bianco) che l’8 febbraio, riuniti in Commissione Affari Costituzionali hanno presentato ben 5 distinti emendamenti, tutti approvati, con il quale, sopprimendo il comma 4 dell’articolo 9 del milleproroghe, hanno ripristinato le zone franche urbane nel loro impianto originario. Uno sforzo significativo vanificato in un certo senso dalla successiva richiesta di fiducia al milleproroghe posta dal Governo al Senato nella seduta dell’11 febbraio, richiesta quest’ultima che tuttavia ha accolto le modifiche riguardanti la zona franca.

Insomma una vera e propria retromarcia del Governo che il 30 dicembre scorso aveva stravolto il regime istitutivo delle zone franche sostituendo le agevolazioni fiscali con un regime di contributi ed eliminando le esenzioni dall’IRAP e dall’IRPEF.
Rimane tuttavia un profondo stato di incertezza riguardo il nuovo impianto delle zfu che spinge a prendere una certa distanza dai toni trionfalistici utilizzati dai nostri politici nei giorni scorsi. Innanzi tutto perchè il testo dovrà ancora essere approvato dalla Camera nelle prossime settimane. Poi perchè il milleproroghe approvato al Senato fissa un tetto di "spesa" massima per le 23 zone franche urbane pari a 50 milioni di euro annui da suddividere per le imprese che abbiano iniziato la loro attività negli anni 2008 e 2009 e non si sa quale somma verrà stanziata per gli anni successivi e per quanti anni (Le zone franche urbane inizialmente prevedevono esenzioni per almeno 5 anni).

Infine perchè Catania, a differenza di molte altre zone franche, nonostante l’avvio degli “Stati Generali”, non ha ancora fatto alcuno sforzo serio per coinvolgere la città e Librino nell’utilizzo di questo strumento. Ne suggeriamo uno: pubblicazione sul sito internet del Comune delle modalità di presentazione delle domande e della delimitazione della zona franca.




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