nel Comune di Zafferana Etnea, nelle vicinanze del monte Ilice, sarebbe stato distrutto e spianato un bosco di querce
venerdì 7 agosto 2009
Vota quest'articoloLegambiente ha denunciato agli enti preposti al controllo e alla tutela del territorio del Parco Naturale dell’Etna, la distruzione di una porzione di un bosco naturale di querce e lo spianamento del substrato lavico su cui insisteva la vegetazione. Un esposto è stato presentato anche alla Magistratura di Catania. Tale bosco ricade all’interno della zona D del Parco Naturale dell’Etna, nel Comune di Zafferana Etnea, nelle vicinanze del monte Ilice.
Le attività di distruzione del bosco, per quanto a conoscenza di Legambiente, risultano del tutto illegittime. Il bosco, infatti, oltre ad essere assoggettato alla normativa specifica per la salvaguardia delle aree boscate e a quella paesaggistica, è sottoposto a tutela dal Parco dell’Etna.
Il bosco oggetto delle manomissioni è definibile tale in base alla normativa vigente ed è individuato nella cartografia relativa al censimento delle aree boscate della provincia di Catania effettuato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania, nonché nella Carta della Vegetazione dell’Etna – Istituto di Biologia ed Ecologia Vegetale – Università degli Studi di Catania – (Emilia Poli Marchese e Giuseppe Patti – 2000).
Le attività in questione, per i danni ambientali finora arrecati, risultano in aperto contrasto con la normativa di tutela ambientale. Legambiente, che ha già denunciato analoghe recenti distruzioni di altre aree boscate all’interno del Parco dell’Etna, ritiene di estrema gravità che tali episodi possano continuare a verificarsi senza che l’Ente Parco intervenga in tempo o ne sia neppure a conoscenza. Tale stato di cose, senza alcun dubbio inammissibile all’interno di un’area protetta, continua a determinare una lenta ma continua perdita di ambienti naturali che, sebbene risultino rigorosamente tutelati, non sono efficacemente protetti dall’Ente Parco.
Legambiente ha chiesto alla Procura della Repubblica di accertare quanto denunciato, individuare i responsabili delle manomissioni e di sequestrare l’intera area al fine di scongiurare ulteriori danni ambientali. È stato chiesto, inoltre, di verificare se siano ravvisabili estremi di reato nell’operato degli Enti preposti alla tutela del territorio.